Ci troviamo a Laconi, un paese di 1646 abitanti; la parola "Laconi" deriva da "Sa Lacana" ossia "Zona di Confine", un luogo importante, dove veniano prese decisioni, un luogo di mezzo tra la zona romana e quella barbaricina.
Qui nasce il parco urbano più grande della Sardegna, un paradiso per i botanici con tantissime piante rare.
Il Parco Aymerich è un'oasi di 22 ettari realizzata nel 1830 dal Marchese Ignazio Aymerich, senatore del Regno d'Italia e appassionato di botanica, nonchè collezionista di piante esotiche.
Gli Aymerich sono una delle casate più importanti e antiche in Sardegna, originari della Catalogna, hanno partecipato attivamente alla presa dei territori dell'ex Giudicato di Cagliari e grazie ai loro successi in battaglia hanno goduto di vari privilegi. Il nome della famiglia Aymerich si è macchiato negli anni di vari crimini e alcuni di loro, tra cui Pietro, Salvatore e Silvestro sono legati a crimini effimeri ai danni della Corona, soprattutto per la famosa congiura di Camarassa.L'itinerario all'interno del parco inizia da un boschetto di lecci, si passa poi ai corbezzoli, il pino della Corsica, un alto numero di specie di orchidee, per non parlare dell'imponente cedro del Libano; non preoccupatevi se non siete esperti, in ogni area ci sono tantissimi cartelli con spiegazioni e nomi delle piante.
La protagonista indiscussa del parco però è l'acqua, numerosi corsi d'acqua, sorgenti e cascate, tra cui la più importante La Cascata Maggiore, chiamata così perchè più grande rispetto alle altre presenti nel parco. La particolarità di questa cascata sta proprio nell'acqua, ricca di bicarbonato di calcio, fa si che le foglie si attacchino alla parete e grazie al calcare si cristallizzano, diventando di pietra; se l'acqua dovesse smettere di scorrere, queste foglie si frantumerebbero in mille pezzi.La cascata è bellissima, noi siamo rimasti davvero affascinati.
Dopo aver girato per il parco e ammirato questo bellissimo museo naturale, si arriva al castello.
Il Castello Aymerich sorge su un tacco calcareo di circa 500 metri e oggi sono visibili solo i ruderi, anche se si possono individuare facilmente i diversi edifici; questa zona apparteneva al Giudicato di Arborea e veniva chiamata Villa de Lacon, in onore della famiglia nobile che possedeva queste terre.
Lo stile è quello romanico e si pensa che originariamente fosse su tre livelli; la parte visitabile dovrebbe essere datata 1600 e tramite delle scale esterne si sale alla parte superiore dove si può ammirare anche il cielo, perchè il tetto è crollato.
Le finestre sono intatte, in stile gotico e godono di una vista fantastica nelle vallate circostanti; la finestra principale viene anche chiamata "La Finestra degli Innamorati", un punto instagrammabile dove chiunque visiti il castello non farà a meno di scattare delle bellissime foto.Passeggiando in quest'area si respira il fascino medievale, immaginando la vita di un tempo con dame e cavalieri.
Nella parte inferiore è ancora presente quella che sicuramente era la prigione.
Come ogni castello che si rispetti, anche il Castello Aymerich ha la sua leggenda.
Si racconta infatti che una fanciulla sia stata murata viva nella torre del castello, per essersi ribellata e non aver voluto sposare l'uomo a lei prescelto dal padre.
Questa leggenda si è tramandata per secoli e si dice che lo spirito della giovane vaghi ancora per il castello, bramando sete di vendetta; non si sa se il muro in questione ci sia ancora o sia uno di quelli crollati!Della vicenda non si trova nessun riscontro storico, anche se delitti, intrighi e passioni si sono consumati realmente tra queste mure, come anche l'uccisione di una donna, nel 1616, Isabella Aymerich, che come riportano varie testimonianze storiche, venne ritrovata assassinata nella sua camera da letto.
Ma non è tutto, qualche giorno prima fu ucciso da dei banditi, nel bosco, un uomo di fiducia della nobildonna; venne incriminato il marito di Isabella, Don Salvatore di Castelvì, e condannato alla pena del Garrote, ovvero uno strangolamento con un cerchio di ferro.Vennero accusati come complici anche il padre Don Giacomo di Castelvì, Marchese di Laconi, e il fratello Don Paolo, Procuratore Reale, condannati agli arresti domiciliari.
Don Salvatore riuscì a scappare e si rifugiò in un convento a Cagliari, usufruendo del diritto di asilo.Scappò in seguito dalla Sardegna, arruolandosi nel Tercio delle Fiandre e andando a combattere in Sicilia e in Lombardia; grazie ai suoi meriti militari e al perdono della famiglia Aymerich, ottenne la commutazione della pena nell'esilio.
Nel 1622 il Reale Consiglio di Aragona gli accordò il perdono.
In tanti hanno sentito e visto qualcosa tra le mura del castello, sostenendo che esista realmente il fantasma di una fanciulla, senza sapere se sia la donna murata viva o Isabella Aymerich, uccisa in camera da letto, voi cosa ne pensate ?
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